"La mia casa è qui"

Presentazione biografia di Antonietta Benni

15 settembre 2024

Domenica 15 settembre alle ore 19 i presso la Scuola di Pace di Monte Sole presentazione di “La mia casa è qui”,  la biografia di Antonietta Benni pubblicata dalla editrice Zikkaron,  con la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi, con Elena Monicelli della Scuola di Pace di Monte Sole, in dialogo con Beatrice Orlandini e Angelo Baldassarri, con la storica Roberta Mira, con Massimo Ruggiano e con Andrea Marchi (vice-presidente del Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto). Le osservazioni conclusive saranno affidate al nostro vescovo, Matteo Zuppi.

Antonietta Benni è una delle testimoni degli eccidi di Monte Sole. La “maestra” è sempre descritta come punto di riferimento della comunità, come la persona che si prende cura degli altri, non solo dei bambini che le sono affidati, come una donna attenta alle persone e alle situazioni.  Viene evocata da tutti i superstiti e i testimoni degli eccidi di Monte Sole: la “maestra” è sempre raccontata come punto di riferimento della comunità, ricordata come la persona che si prendeva cura degli altri, non solo dei bambini che le erano affidati.

Antonietta è una delle poche persone sopravvissute alla strage che decide di tornare a vivere sui luoghi del trauma. Proprio la forza di questa sua scelta di vita è uno dei primi aspetti che ci ha colpito e ci ha spinto a provare a raccontare la sua storia. «La mi cà l’è què», la mia casa è qui, diceva, riferendosi a Gardeletta, il piccolo paese dell’Appennino bolognese in cui, da consacrata, si dedica all’educazione dei bambini dell’asilo infantile e si prodiga per tutte le persone, in cui cura le attività pastorali e in cui condivide la quotidianità semplice e non certamente agiata degli abitanti. Questa frase è il titolo del libro in uscita per Zikkaron, nella collana Memorie, grazie al contributo del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto.

Antonietta sperimenta l’indicibile, è testimone dell’eccidio di Cerpiano, uno dei 115 luoghi della strage di Monte Sole, sopravvive insieme a due bambini e ha il coraggio e la forza di raccontare l’accaduto, fin da subito, in un momento storico in cui si fatica a confrontarsi con quegli eventi.

Anche in seguito la sua vicenda personale è segnata da passaggi storici importanti: Antonietta Benni è testimone nelle varie fasi del processo contro uno dei perpetratori della strage, Walter Reder, con molta forza depone contro di lui in Tribunale, gli tiene testa nel dibattito e partecipa alla discussione molto accesa e al referendum a seguito della sua richiesta di “perdono” finalizzata a ottenere la grazia e uno sconto di pena.

La testimonianza di vita di Antonietta Benni ci mette di fronte a questioni complesse, dall’importanza del processo al significato profondo della parola perdono, nel suo intreccio con il concetto di giustizia. Non solo. Da consacrata, Antonietta vive dentro una Chiesa in evoluzione, anche nel modo di rapportarsi ai fatti di Monte Sole e anche su queste trame composite la sua testimonianza è occasione per riflettere.

Esaminando i vari documenti d’archivio abbiamo posto grande attenzione a non discostarci dai materiali e dalle testimonianze esistenti (lettere, interviste, resoconti, fotografie, oltre agli atti del processo contro Walter Reder), per evitare di attribuire al suo vissuto e alle sue scelte significati impropri, pur tenendo conto del contesto storico più ampio in cui la sua vita si snoda.

Le documentazioni rivelano una donna di grande sobrietà, molto decisa nelle sue scelte, con una fede radicata che la rende prossima a tutte le persone della comunità in cui vive, innanzitutto i bambini. Pur avendo sperimentato tutto il male di cui può essere capace l’azione umana, ha avuto la forza di non farsi travolgere dall’odio, bensì di accudire le tante persone che si affidano a lei, rinnovando il suo impegno concreto e solidale.

Ripercorrere la sua difficile vicenda mette di fronte a quelle domande cruciali che ancora oggi la visita ai luoghi di Monte Sole suscita: come è stato possibile? Come ha potuto l’umanità compiere atti di violenza “totale”, di annientamento verso altra umanità? Quali percorsi le hanno rese “pensabili”? È possibile scegliere azioni di bene in contesti così estremi? Sono realizzabili spazi di luce in contesti di sofferenze immani?

Ritornare a Monte Sole, ascoltare le testimonianze, leggere i documenti sono modi per continuare ad alimentare domande, partendo dalla conoscenza delle vicende passate per imparare uno sguardo nuovo con cui affrontare il presente.

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